Cinema e letteratura da decenni si immaginano il momento in cui le macchine sconfiggeranno l’uomo. La domanda che ci facciamo noi forse non è abbastanza per girarci un colossal, ma interessa molto a chi lavora nel campo delle traduzioni (e a chi si affida ai nostri servizi!).
I software di traduzione, assistita e automatica, renderanno superfluo il tocco umano?
Sarebbe insensato rispondere con un assolutistico “no”. Equivarrebbe a negare l’evidenza, cioè l’evoluzione tecnologica sempre più rapida.
Uno studio di traduzione “intellettualmente onesto” dovrebbe, secondo noi, abbandonare quell’atteggiamento ostile verso la tecnologia che ha caratterizzato i primi anni 2000.
Cos’è oggi un software di traduzione automatica? E un software di traduzione assistita, un CAT Tool?
Innanzitutto, perché abbiamo specificato “oggi”? Perché è dagli anni ’70 che si lavora a queste tecnologie! Nel corso degli anni ‘90 alcuni timidi tentativi di traduttori automatici riproducevano i dizionari e le grammatiche delle lingue in via algoritmica. I risultati? Decisamente scadenti, approssimativi, palesemente robotici. È solo nel 2016 che si sono raggiunti importanti traguardi.
Semplificando, potremmo dire che un CAT Tool è – come dice il nome stesso – uno strumento. Sfruttando memorie di traduzione permette alle agenzie e ai traduttori professionisti di risparmiare tempo e diminuire i costi e favorisce la coerenza tra i vari contenuti tradotti.
La traduzione automatica – prendiamo in considerazione esclusivamente la Neural Machine Translation – si basa sull’intelligenza artificiale e sull’auto-apprendimento: utilizzando enormi quantità di dati “si insegna per esempi” a un software a eseguire compiti, in questo caso tradurre, proprio come si fa con un bambino con i i primi elementi di lingua e parola.
Certo è che nessuna agenzia sarebbe felice di dover dire “chiudiamo i battenti perché ormai i software ci hanno sostituito”.
Qual è allora l’elemento che ci rende ancora indispensabili? La risposta è nella domanda: “ci”. Noi. I project manager, i traduttori e gli interpreti. La componente umana. Professionisti competenti, dove la competenza è diversa e combinabile con l’efficienza tecnologica. Professionisti che anziché opporsi all’utilizzo dei software, ne valutano l’utilità: per questa traduzione mi farebbe risparmiare tempo? Mi renderebbe economicamente più competitivo? O al contrario mi farebbe perdere tempo perché non si adatta a questo tipo di testo? A minor tempo e minor costo può corrispondere minore qualità; rileggere e adattare una traduzione mediocre corrisponde a un impegno di tempo e risorse elevato.
Servono esperienza, capacità di valutazione, capacità di osservazione e comprensione delle esigenze del cliente per rispondere a queste domande. Senza optare per un secco “no, niente software”.
Non si può dire che la traduzione automatica sia adatta alla localizzazione di contenuti “copy”, i testi pensati in chiave più creativa. Partendo da una lingua A, può generare una traduzione in una lingua B che ne mantenga gli elementi base, ma a discapito del carattere e del taglio stilistico del testo originale e a discapito di un identikit lessicale del marchio (termini scelti da professionisti per creare un’identità di brand o per ottimizzare i testi per i motori di ricerca sostituiti da termini più generici).
Pensiamo romanticamente che sia per questa esperienza e queste capacità che i nostri clienti ci scelgono per le loro traduzioni e gli interpretariati. Che sia per questo motivo che importanti aziende del settore ceramico, del settore tessile o della comunicazione si affidino a noi, certe che il nostro servizio sarà preciso e che la nostra offerta sarà trasparente.
A noi piace lavorare bene, sfruttando gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione (qualcuno ha speso tempo e risorse e ha dedicato il proprio genio a queste tecnologie, perché ignorarli?) e ottimizzando il processo con la nostra componente squisitamente umana. A te?