Questo strano Settembre senza Cersaie

In un anno così particolare (2020), anche il CERSAIE si deve fermare. Ma non è un addio, è un arrivederci. Insieme aspetteremo il momento per
Cersaie-traduzioni-ligabue

Settembre!

“Quante gocce di rugiada…” accompagnate dal suono sintetizzato del moog¹?

“Summer has come and passed…” sulle note stranamente malinconiche dei Green Day²?

Nulla di tutto questo, o meglio tutto questo a fare da sottofondo al mese di solito più caldo dell’anno, più caldo dei mesi estivi che si lascia alle spalle. Il mese in cui ogni giorno può essere lungo come il solstizio d’estate. Ma qual è il motivo? È presto detto: il CERSAIE, il Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno, che di solito si svolge proprio in settembre.

Però questo, lo sappiamo tutti, è un anno che con il solito non ha nulla a che fare. Non ci sarà il CERSAIE, non ci sarà la frenesia delle settimane che lo precedono, l’entusiasmo della settimana in cui finalmente si svolge, la soddisfazione delle settimane che seguono. Ma come diceva l’illuminato Gotthold Ephraim Lessing, l’attesa del CERSA… del piacere, è essa stessa il piacere³. Allora godiamoci l’attesa della prossima edizione della fiera della Ceramica, un’edizione che ci ricorderemo come la prima dopo la pandemia, un po’ come si ricordano le prime Olimpiadi dopo le guerre.

Facciamo tesoro dell’attesa delle telefonate dei nostri clienti che, a volte stremati, ci chiedono di aiutarli perché c’è un ultimo comunicato da tradurre, una modifica ai testi della presentazione, un’integrazione al catalogo collezione, un cambio di orario e bisogna avvisare subito gli interpreti. Di quando senti la pressione – quella sana – nelle loro voci e rispondi “Certo!” perché mai come in quel momento avverti quella sorta di affetto professionale che ti lega ai clienti, persone che senti quotidianamente, che chiami per nome di battesimo anche se raramente le incontri dal vivo.

E infatti nella lista dell’attesa finisce anche l’incontrarsi a Bologna, quando vai allo stand sperando che ci sia Sara o ci sia Sandro, ci sia Michela, ci siano Dina e Laura, ci sia Mirko, ci siano Valentina e Simona… E a quel punto ti concedi una visita allo stand per vedere con i tuoi occhi le collezioni di cui ormai sai tutto, dall’ispirazione alla declinazione completa in formati e colori, di toccarle con mano le piastrelle per provare le sensazioni che qualcuno ha sapientemente messo per iscritto e che i tuoi traduttori hanno portato in un altro paese. Traduttori ai quali poi scriverai “Ho visto la collezione XYZ, è stupenda!”, “C’era la tua traduzione sulla parete, hai fatto proprio bene a scegliere quell’espressione, è davvero d’impatto!”.

Poi mentre rientri in ufficio scorri le stories su Instagram e cerchi i post di Facebook che ti hanno chiesto di tradurre quasi “in diretta” e sorridi quando vedi il numero di like.

Aspettiamo il momento in cui, mentre stai controllando le traduzioni dei dati finali dell’edizione appena conclusa, ricevi il messaggio del tuo cliente che anche quest’anno ti ringrazia per la “preziosa collaborazione” e perché siete state “fantastiche come sempre”⁴.

Nel frattempo, come tante altre cose in questo periodo particolare, per vari clienti la presentazione delle collezioni si è spostata online. E così anche noi li stiamo seguendo lì, in modalità remota. In attesa di tornare a provare le stesse emozioni l’anno prossimo.

Vale la pena pazientare e aspettare, sei d’accordo?

¹ “Moog”? Che parola curiosa… Come si traduce? Ma si traduce? E poi, cos’è? Ti anticipiamo solo che è uno strumento utilizzato per la prima volta in Italia proprio per il brano “Impressioni di settembre”.

² Ma in Italia i Green Day sarebbero, letteralmente, il “Giorno verde”? O forse si tratta di un’espressione fatta e finita che ha un altro significato? Un madrelingua lo capirebbe al volo!

³ Lode a chi tradusse la frase originale, contenuta in un eccezionale esempio di commedia tedesca, “La fortuna del soldato”.

⁴ Abbiamo le prove, ma per motivi di privacy non possiamo svelarti chi ce l’ha scritto. Lo dice il GDPR, e lo dice in numerose lingue grazie ai nostri traduttori 😀

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